l'idea di insistere per la realizzazione di un "asilo" per anziani, auto o semi sufficienti, mi stuzzica da anni, forse più per provocazione...Tutti i genitori che hanno bisogno di lavorare, lasciano i bimbi all'asilo, ma adesso con i nonni che sfondano abbondantemente la barriera dei "90" e purtroppo non possono più stare soli come fare? sicuramente non la casa di riposo fino a che è possibile, ma un posto dove poter passare in compagnia la giornata, in attesa che i propri figli sicuramente ormai padri e forse anche nonni escano dal lavoro o dai propri impegni, direi che ormai è indispensabile. Ovviamente non essendo un ottimo frequentatore della chiesa non sono al corrente di qualche iniziativa del genere...ma credo che l'idea unica "chiesa e politica" sia quella di pensare ai bambini e ai giovani...perchè riempie la bocca e i cuori....ma poveri vecchi
Pensa che bello sarebbe creare il primo asilo d'infanzia "superata" in Italia proprio qui a Leini....portate i vostri vecchi a trascorre la giornata in armonia, magari in compagnia di animatori che trasformeranno le loro giornate noiose in momenti di serenità...!
Forse ho visto troppi film di fantascienza...scusate ritorno alla realtà....ciao nonna devo uscire…. sul tavolo trovi la colazione...!
Michele Privileggi
mercoledì 22 settembre 2010
martedì 21 settembre 2010
eccentricità
Eccentricità
Michele Privileggi, ha curato personalmente in ogni dettaglio la costruzione e l'installazione della scultura monumento "eccentricità", inserita nel contesto di un vero evento di arte, moda e design a Borgaro Torinese.
L'installazione, già da tempo annunciata registra ora sempre più innumerevoli interessi.
Nel suo testo di presentazione, Michele scrive: "l'arte è un gioco...la vita è un gioco e un'illusione".
Privileggi costruisce immagini tridimensionali partendo dagli appunti della memoria, con i suoi giochi e i suoi giocattoli. È un lavoro di concetto, ma è come se quelle figure le avesse fotografate nella mente e ora, nel rivederle nella realtà, è come se venissero fuori delle distorsioni, elaborate, dai più sofisticati filtri . Sono alterazioni della visione, sono immagini deteriorate dal ricordo. La memoria digitale mostra i suoi limiti e scultura trova il suo riscatto, sognando curve leggere che volano come farfalle. L’arte diventa gioco con gli spostamenti delle tessere, gioco di abilità e di razionalità. L’artista si mette in gioco…l’opera diviene struttura aperta, praticabile, fruibile anche nei suoi giochi notturni di luci.
Maximilian
Michele Privileggi, ha curato personalmente in ogni dettaglio la costruzione e l'installazione della scultura monumento "eccentricità", inserita nel contesto di un vero evento di arte, moda e design a Borgaro Torinese.
L'installazione, già da tempo annunciata registra ora sempre più innumerevoli interessi.
Nel suo testo di presentazione, Michele scrive: "l'arte è un gioco...la vita è un gioco e un'illusione".
Privileggi costruisce immagini tridimensionali partendo dagli appunti della memoria, con i suoi giochi e i suoi giocattoli. È un lavoro di concetto, ma è come se quelle figure le avesse fotografate nella mente e ora, nel rivederle nella realtà, è come se venissero fuori delle distorsioni, elaborate, dai più sofisticati filtri . Sono alterazioni della visione, sono immagini deteriorate dal ricordo. La memoria digitale mostra i suoi limiti e scultura trova il suo riscatto, sognando curve leggere che volano come farfalle. L’arte diventa gioco con gli spostamenti delle tessere, gioco di abilità e di razionalità. L’artista si mette in gioco…l’opera diviene struttura aperta, praticabile, fruibile anche nei suoi giochi notturni di luci.
Maximilian
lunedì 11 maggio 2009
Una scultura...una fontana...un pensiero...
“SINEDDOCHE “
Scultura fontana in acciaio corten, bronzo, acqua e luci , alta più di tre metri installata in piazza Michelangelo a Leini…e come dice il titolo –sineddoche (una parte per il tutto)- qui l’emblema universale per l’eterno femminino è riassunto in un bronzo, elevazione all’assoluto dell’ eros e del mito.
Ho distillato con le risorse di un’immaginazione visiva viva e febbrile, ma con uno stile impeccabile, gli effetti stranianti che l’immagine scatena in ognuno di noi, in contrapposizione ad una costruzione lavorata anche dal tempo, razionalmente geometrica e determinata.
La forza materica descrive forme di lussureggiante organicità libera ed inquieta, tra tensione, ragione, sentimento e tra calcolo e casualità acquista un fascino particolare anche quel volto storico, spiazzante ed enigmatico nel palmo della mano.
L’opera pulsa di un ritmo interno nel suo proporsi come: metallo,colore, acqua, luce e forma, ed emana una sottile, delicata freschezza compositiva.
L’acqua come lettere di un alfabeto sconosciuto senza inizio e senza fine, sgorga da sotto le ali del gabbiano formando parole misteriose che si coagulano in un mondo arabesco ed ambiguo nel grembo femminile scandendo frasi che ognuno di noi vorrebbe sentire….
Privileggi 2009
“SINEDDOCHE “
Scultura fontana in acciaio corten, bronzo, acqua e luci , alta più di tre metri installata in piazza Michelangelo a Leini…e come dice il titolo –sineddoche (una parte per il tutto)- qui l’emblema universale per l’eterno femminino è riassunto in un bronzo, elevazione all’assoluto dell’ eros e del mito.
Ho distillato con le risorse di un’immaginazione visiva viva e febbrile, ma con uno stile impeccabile, gli effetti stranianti che l’immagine scatena in ognuno di noi, in contrapposizione ad una costruzione lavorata anche dal tempo, razionalmente geometrica e determinata.
La forza materica descrive forme di lussureggiante organicità libera ed inquieta, tra tensione, ragione, sentimento e tra calcolo e casualità acquista un fascino particolare anche quel volto storico, spiazzante ed enigmatico nel palmo della mano.
L’opera pulsa di un ritmo interno nel suo proporsi come: metallo,colore, acqua, luce e forma, ed emana una sottile, delicata freschezza compositiva.
L’acqua come lettere di un alfabeto sconosciuto senza inizio e senza fine, sgorga da sotto le ali del gabbiano formando parole misteriose che si coagulano in un mondo arabesco ed ambiguo nel grembo femminile scandendo frasi che ognuno di noi vorrebbe sentire….
Privileggi 2009
venerdì 23 gennaio 2009
Viaggio attraverso le dune Tunisine e non solo…
Continua anche quest’anno la fantastica e avvincente iniziativa del Leinicese pilota spericolato Gianni Milano (che ha partecipato in passato a diversi rally Africani) dal 5 al 12 gennaio 2009, un’avventura per gli amanti della sabbia che ormai hanno contratto il solito “mal d’Africa”. Un incrocio tra un viaggio e una piccola competizione, una gita tra amici e appassionati condita con quel pizzico di “pepe” di sano confronto. Il quad, con le sue caratteristiche quali maneggevolezza e affidabilità, su terreni sabbiosi offre agli appassionati esperti, di vivere un’avventura fuori dal comune e difficilmente dimenticabile. Tutto questo in completa sicurezza poiché la guida esperta Pascal Rosolen ha testato il percorso di circa 600 Km. con le giuste difficoltà per il gruppo : Gianni Milano, Andrea Casula, Pino Lupino, Corrado Giovara, Franco Debbia, Rocco Camellino, Cristiano Borgo, Daniele Hartvig, Davide Boninsegna e Michele Privileggi che si è occupato della documentazione fotografica a bordo del camion di supporto.
Trasferimento da Djerba a Douz, passando per il villaggio ‘troglodita’ di Matmata che è prima di tutto il nome di una tribù, ma è anche il nome del villaggio più famoso scavato nel tufo, che ospita ancora oggi popolazioni berbere. Evoca paesaggi lunari, tanto che è stata set di "Guerre Stellari".
Dopo il pernottamento a Douz, lasciate le strade e le piste ci si addentra nel deserto e il paesaggio si fa, via via, più arido e interessante. Un viaggio a tappe alla scoperta del deserto tunisino, con le caratteristiche di una corsa quasi senza i rischi …per quanto in questi posti l’attenzione non è mai troppa.
Un raid africano “casalingo” con un diverso e più attuale scopo, quello di restituire a tutti il gusto del viaggio africano, condito con un pizzico di sale sportivo e divertenti serate in armonia accompagnate dalla chitarra del sottoscritto stretti stretti attorno al fuoco. Tutti noi, come di consuetudine abbiamo aiutato con donazioni alcune famiglie nomadi, senza troppa pubblicità ma con grande cuore. Il ritorno, o meglio la fine del nostro percorso si conclude con qualche caduta, pochi insabbiamenti, ma senza incidenti particolari nell’Oasi di Ksar-Ghilane, situata all’interno del deserto, paradiso terreste che con il suo specchio d’acqua calda, con la sua vegetazione è ancora oggi un’area poco contaminata dalla civiltà. Il paesaggio, carico di magia e caratterizzato da atmosfere atipiche anche durante la notte, con la nebbia provocata dall’evaporazione dell’acqua calda sorgiva, genera emozioni difficilmente vivibili in altre località.
Michele Privileggi
Trasferimento da Djerba a Douz, passando per il villaggio ‘troglodita’ di Matmata che è prima di tutto il nome di una tribù, ma è anche il nome del villaggio più famoso scavato nel tufo, che ospita ancora oggi popolazioni berbere. Evoca paesaggi lunari, tanto che è stata set di "Guerre Stellari".
Dopo il pernottamento a Douz, lasciate le strade e le piste ci si addentra nel deserto e il paesaggio si fa, via via, più arido e interessante. Un viaggio a tappe alla scoperta del deserto tunisino, con le caratteristiche di una corsa quasi senza i rischi …per quanto in questi posti l’attenzione non è mai troppa.
Un raid africano “casalingo” con un diverso e più attuale scopo, quello di restituire a tutti il gusto del viaggio africano, condito con un pizzico di sale sportivo e divertenti serate in armonia accompagnate dalla chitarra del sottoscritto stretti stretti attorno al fuoco. Tutti noi, come di consuetudine abbiamo aiutato con donazioni alcune famiglie nomadi, senza troppa pubblicità ma con grande cuore. Il ritorno, o meglio la fine del nostro percorso si conclude con qualche caduta, pochi insabbiamenti, ma senza incidenti particolari nell’Oasi di Ksar-Ghilane, situata all’interno del deserto, paradiso terreste che con il suo specchio d’acqua calda, con la sua vegetazione è ancora oggi un’area poco contaminata dalla civiltà. Il paesaggio, carico di magia e caratterizzato da atmosfere atipiche anche durante la notte, con la nebbia provocata dall’evaporazione dell’acqua calda sorgiva, genera emozioni difficilmente vivibili in altre località.
Michele Privileggi
10 febbraio
Intervista allo scultore Michele Privileggi
E’ istrionico, fuori dagli schemi, estroverso, non risparmia bacchettate a destra e sinistra, maggioranza ed opposizione.
La definizione di artista gli si addice alla perfezione, insomma. Ma Michele Privileggi ha un’altra caratteristica che lo accompagna dalla nascita.
E’ nato, infatti, a Parenzo nella bella penisola istriana e come molti altri italiani si è trovato a fuggire, esule, abbandonando casa, averi e ricordi dopo l’occupazione jugoslava di Istria e Dalmazia.
Da allora non ha mai smesso di lottare affinché il ricordo di questi esuli e dei tantissimi italiani che trovarono la morte nelle foibe carsiche non venisse disperso.
Pochi mesi fa a riaprire la discussione su questo argomento è stata l’uscita del libro “Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria” dell’assessore provinciale alla cultura, prof. Gianni Oliva.
Questo libro ha avuto il merito di spostare il centro dell’attenzione dalla polemica politica, che per anni ha segnato questo argomento, a quello della tragedia umana di tantissime persone che nella maggior parte dei casi aveva come unica colpa quella di essere italiani.
Un segnale importante che ha avuto come risultato concreto il finanziamento, da parte della Provincia e del Comune di Torino, di un monumento fortemente voluto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia comitato di Torino e che verrà situato nel cimitero monumentale di Torino.
A realizzare quest’opera sarà proprio Michele Privileggi.
Come è nata l’idea di questo monumento?
L’idea è nata da tutti i 350 mila esuli istriani e dalmati sparsi per il mondo. Io ho cercato un modo ideale per collegarli tra di loro, racchiudendo all’interno di due anelli che rappresentano la Terra, ma anche due fedi, la sagoma dell’Istria e della Dalmazia, con le ali dei gabbiani a simboleggiare il viaggio che queste persone hanno intrapreso.
La scultura bronzea verrà posata su una pietra proveniente da una cava istriana, offertaci dal Comune di Pola ed in particolare dal suo vice-sindaco italiano, Tulio Persi, persona estremamente sensibile a questi problemi.
Da quanto tempo coltivava questo sogno-speranza?
Praticamente dall’età dell’adolescenza, grazie ai racconti di mio padre sulle tragedie e le sofferenze subite da tutti i nostri connazionali.
Guardandomi in giro per il nostro paese ho visto monumenti in ricordo di tutti coloro che hanno sofferto, combattuto e perso la vita per l’Italia. Dal Risorgimento ai Partigiani, dalle vittime delle stragi di Bologna e Milano ai combattenti della RSI, ognuno in qualche maniera è stato ricordato, mentre il silenzio ha sempre circondato questi italiani. Giusto per fare un esempio basta guardare a cosa succede quando solo una via o una piazza viene intitolata a queste persone.
Guardando le sue opere è facile ravvisarvi un tema che si ripete spesso, quello delle ali, da quelle dei gabbiani a quelle del monumento ai bersaglieri di Leinì.
E’ vero, il gabbiano è un animale simbolo della libertà. Ecco perché io lo ho usato come metafora nelle mie sculture, ad esempio quella in acciaio dedicata agli avieri inglesi del 31^ squadrone South Africa Air Force caduti sul monte Freidour, nei pressi di Pinerolo, mentre portavano rifornimenti ai partigiani.
Dalla scultura alla tela, com’è il Privileggi pittore?
Privileggi pittore nasce all’età di 16 anni, età in cui copiavo fino alla nausea le opere di Van Gogh, autore per il quale conservo ancora intatta la mia ammirazione.
Il percorso formativo, come per tutti gli “artisti”, è dovuto passare obbligatoriamente attraverso fasi di ricerca e sperimentazione.
Grazie, poi, ai consigli dei maestri De Bonis e Ponte Corvo, ho scoperto la scultura nel ’74, scultura che devo dire da quel momento è diventata una malattia “congenita”. Da allora pittura e scultura viaggiano di pari passo, al servizio della fantasia, come mezzi necessari per spezzare i confini della realtà liberando emozioni nell’immaginario delle persone.
L’arte è anche mettersi a disposizione degli altri e renderli partecipi delle proprie conoscenze. Per questo motivo Michele Privileggi ha fatto volontariato con l’Università delle Tre Età insegnando manipolazione della creta e la tecnica dell’acquaforte.
Come è stata questa esperienza?
Posso dire certamente che è stata un’esperienza positiva. Vedere l’entusiasmo e la voglia di imparare che queste persone dimostravano nei confronti dell’arte è stato gratificante.
Questa è stata una delle tante occasioni di volontariato che ho fatto per il nostro comune. Dai pannelli con materiali riciclati della scuola elementare, per sensibilizzare i nostri ragazzi sul tema dei materiali in disuso, al collage della Via Crucis donato alla parrocchia, fino a tutta una serie di disegni legati alla mia attività con la Pro Loco.
A proposito di disegni, pochi conoscono un’attività divertente dell’artista Privileggi. Ce la dice?
Si, mi piace dilettarmi con le vignette. Le prime sono nate un po’ per scherzo, facendo la satira di alcuni amici delle giunte precedenti pubblicate dai giornali locali. Oggi mi diverto a punzecchiare personaggi politici, amici ma rimane sempre un divertimento. E, certo, anche un modo rapido e diretto per sensibilizzare chi di dovere su alcuni temi che mi stanno a cuore.
Per fare un esempio uno dei miei bersagli preferiti in questo periodo è il sindaco croato della mia città natale, Parenzo. Quest’uomo ha usurpato con i fatti il soprannome ad un ex presidente della Repubblica," picconando" nel senso letterale del termine, una lapide deposta nel cimitero di Parenzo che, come unica colpa ricordava gli italiani infoibati della città.
Mi auguro che questo non debba avvenire mai in Italia, nei confronti di nessuno, meno che mai di tutte queste persone che sono finite non solo in una foiba ma nel dimenticatoio del nostro paese.
Spero che il mio monumento ci permetta di guardare avanti al futuro senza cancellare il passato.
Questo è anche il nostro augurio, che il nostro artista possa continuare nella sua opera di sensibilizzazione con lo stesso entusiasmo che ci ha trasmesso in questa intervista. Buon lavoro Michele!
Beppe De Vincenti
E’ istrionico, fuori dagli schemi, estroverso, non risparmia bacchettate a destra e sinistra, maggioranza ed opposizione.
La definizione di artista gli si addice alla perfezione, insomma. Ma Michele Privileggi ha un’altra caratteristica che lo accompagna dalla nascita.
E’ nato, infatti, a Parenzo nella bella penisola istriana e come molti altri italiani si è trovato a fuggire, esule, abbandonando casa, averi e ricordi dopo l’occupazione jugoslava di Istria e Dalmazia.
Da allora non ha mai smesso di lottare affinché il ricordo di questi esuli e dei tantissimi italiani che trovarono la morte nelle foibe carsiche non venisse disperso.
Pochi mesi fa a riaprire la discussione su questo argomento è stata l’uscita del libro “Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria” dell’assessore provinciale alla cultura, prof. Gianni Oliva.
Questo libro ha avuto il merito di spostare il centro dell’attenzione dalla polemica politica, che per anni ha segnato questo argomento, a quello della tragedia umana di tantissime persone che nella maggior parte dei casi aveva come unica colpa quella di essere italiani.
Un segnale importante che ha avuto come risultato concreto il finanziamento, da parte della Provincia e del Comune di Torino, di un monumento fortemente voluto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia comitato di Torino e che verrà situato nel cimitero monumentale di Torino.
A realizzare quest’opera sarà proprio Michele Privileggi.
Come è nata l’idea di questo monumento?
L’idea è nata da tutti i 350 mila esuli istriani e dalmati sparsi per il mondo. Io ho cercato un modo ideale per collegarli tra di loro, racchiudendo all’interno di due anelli che rappresentano la Terra, ma anche due fedi, la sagoma dell’Istria e della Dalmazia, con le ali dei gabbiani a simboleggiare il viaggio che queste persone hanno intrapreso.
La scultura bronzea verrà posata su una pietra proveniente da una cava istriana, offertaci dal Comune di Pola ed in particolare dal suo vice-sindaco italiano, Tulio Persi, persona estremamente sensibile a questi problemi.
Da quanto tempo coltivava questo sogno-speranza?
Praticamente dall’età dell’adolescenza, grazie ai racconti di mio padre sulle tragedie e le sofferenze subite da tutti i nostri connazionali.
Guardandomi in giro per il nostro paese ho visto monumenti in ricordo di tutti coloro che hanno sofferto, combattuto e perso la vita per l’Italia. Dal Risorgimento ai Partigiani, dalle vittime delle stragi di Bologna e Milano ai combattenti della RSI, ognuno in qualche maniera è stato ricordato, mentre il silenzio ha sempre circondato questi italiani. Giusto per fare un esempio basta guardare a cosa succede quando solo una via o una piazza viene intitolata a queste persone.
Guardando le sue opere è facile ravvisarvi un tema che si ripete spesso, quello delle ali, da quelle dei gabbiani a quelle del monumento ai bersaglieri di Leinì.
E’ vero, il gabbiano è un animale simbolo della libertà. Ecco perché io lo ho usato come metafora nelle mie sculture, ad esempio quella in acciaio dedicata agli avieri inglesi del 31^ squadrone South Africa Air Force caduti sul monte Freidour, nei pressi di Pinerolo, mentre portavano rifornimenti ai partigiani.
Dalla scultura alla tela, com’è il Privileggi pittore?
Privileggi pittore nasce all’età di 16 anni, età in cui copiavo fino alla nausea le opere di Van Gogh, autore per il quale conservo ancora intatta la mia ammirazione.
Il percorso formativo, come per tutti gli “artisti”, è dovuto passare obbligatoriamente attraverso fasi di ricerca e sperimentazione.
Grazie, poi, ai consigli dei maestri De Bonis e Ponte Corvo, ho scoperto la scultura nel ’74, scultura che devo dire da quel momento è diventata una malattia “congenita”. Da allora pittura e scultura viaggiano di pari passo, al servizio della fantasia, come mezzi necessari per spezzare i confini della realtà liberando emozioni nell’immaginario delle persone.
L’arte è anche mettersi a disposizione degli altri e renderli partecipi delle proprie conoscenze. Per questo motivo Michele Privileggi ha fatto volontariato con l’Università delle Tre Età insegnando manipolazione della creta e la tecnica dell’acquaforte.
Come è stata questa esperienza?
Posso dire certamente che è stata un’esperienza positiva. Vedere l’entusiasmo e la voglia di imparare che queste persone dimostravano nei confronti dell’arte è stato gratificante.
Questa è stata una delle tante occasioni di volontariato che ho fatto per il nostro comune. Dai pannelli con materiali riciclati della scuola elementare, per sensibilizzare i nostri ragazzi sul tema dei materiali in disuso, al collage della Via Crucis donato alla parrocchia, fino a tutta una serie di disegni legati alla mia attività con la Pro Loco.
A proposito di disegni, pochi conoscono un’attività divertente dell’artista Privileggi. Ce la dice?
Si, mi piace dilettarmi con le vignette. Le prime sono nate un po’ per scherzo, facendo la satira di alcuni amici delle giunte precedenti pubblicate dai giornali locali. Oggi mi diverto a punzecchiare personaggi politici, amici ma rimane sempre un divertimento. E, certo, anche un modo rapido e diretto per sensibilizzare chi di dovere su alcuni temi che mi stanno a cuore.
Per fare un esempio uno dei miei bersagli preferiti in questo periodo è il sindaco croato della mia città natale, Parenzo. Quest’uomo ha usurpato con i fatti il soprannome ad un ex presidente della Repubblica," picconando" nel senso letterale del termine, una lapide deposta nel cimitero di Parenzo che, come unica colpa ricordava gli italiani infoibati della città.
Mi auguro che questo non debba avvenire mai in Italia, nei confronti di nessuno, meno che mai di tutte queste persone che sono finite non solo in una foiba ma nel dimenticatoio del nostro paese.
Spero che il mio monumento ci permetta di guardare avanti al futuro senza cancellare il passato.
Questo è anche il nostro augurio, che il nostro artista possa continuare nella sua opera di sensibilizzazione con lo stesso entusiasmo che ci ha trasmesso in questa intervista. Buon lavoro Michele!
Beppe De Vincenti
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
